Ettore Sottsass Jr.

Nato a Innsbruck, in Austria, nel 1917, Ettore Sottsass, Jr. arriva in Italia nei primi anni '30, e si laurea presso il Politecnico di Torino nel 1939. Arruolato durante la Seconda guerra mondiale, viene imprigionato oltreconfine per circa sei anni. Finalmente libero, torna in Italia nel 1947 e dopo qualche anno apre a Milano il proprio studio di design. Lavora con un'ampia varietà di tecniche e materiali: pittura, architettura, ceramica, gioielli, mobili e arazzi, nonché arredamento d'interni e design industriale, in cui si specializza a partire dal 1955.

Nel 1979 dona con atto pubblico allo CSAC dell’Università di Parma un primo nucleo di opere, che rispecchia le molteplici attività dell’architetto dagli anni Cinquanta fino alla fine dei Settanta. Il fondo Ettore Sottsass Jr comprende oggi un totale di 13.903 opere e 15 scatole di emeroteca personale. I 13.858 materiali progettuali si suddividono in 9.918 schizzi e disegni, 3.940 disegni esecutivi (di cui 2917 lucidi e 1023 copie eliografiche), 5 scatole di disegni esecutivi e 24 sculture.

Nel 2017, in occasione del centenario dalla sua nascita, buona parte di questo materiale viene esposto nell’ambito della mostra Ettore Sottsass. Oltre il Design, allestita nella Chiesa dell’Abbazia di Valserena, sede dello CSAC. L’esposizione è accompagnata dal Catalogo ragionato dell'archivio 1922-1978 edito da Silvana Editoriale. Ciò che emerge da questo progetto espositivo ed editoriale, è la densità e la ricchezza del materiale donato, che parte dai primissimi lavori: disegni ad acquarello realizzati quando Sottsass ha poco più di un due anni e dai quali già emerge un’attenzione all’arte contemporanea, in particolare nella rielaborazione di sfumature cromatiche e campiture simili a quelle di Matisse.

Ritratto Sottsass
Ritratto di Ettore Sottsass Jr., Wikimedia Commons

L'esperienza con Olivetti

Un nucleo importante di materiali (progetti ma anche oggetti) conservati nel fondo CSAC è relativo agli anni Sessanta e Settanta, momento in cui il designer arriva ad una maturazione progettuale. Nel 1958 Sottsass inizia una collaborazione con Olivetti che si protrae per oltre vent’anni e frutta a Ettore Sottsass numerosi premi, tra cui tre Compassi d’oro. È in questi anni, anche grazie a un viaggio in India nel 1961, che matura in Sottsass un deciso impegno per superare l’idea del Bauhaus secondo cui il progetto va risolto esclusivamente sotto il profilo razionale senza considerare le esigenze della psiche umana. In anticipo sugli anni della contestazione, egli indica il design come strumento di critica sociale e apre la via alla grande stagione del contro-design.

Per l’Olivetti, Sottsass, con i suoi collaboratori o associati, progetta nell’arco di vent’anni più di 50 prodotti: computer, sistemi e terminali, macchine per scrivere e sistemi di scrittura, macchine da calcolo, telescriventi e mobili per ufficio. Tra i tanti prodotti, quello più noto – insieme all’Elea 9000 – è quello della macchina per scrivere portatile Valentine del 1968: un prodotto che Sottsass aveva immaginato “essenziale come una biro”, con pochi tasti, senza lettere maiuscole, con una carrozzeria in materiale plastico povero, ma che invece l’Olivetti, con dispiacere di Sottsass, volle tenere su un livello di maggior qualità e prestigio1.

Nell’intervista pubblicata sul sito di Rai Cultura2, Sottsass sottolinea il profondo senso etico e di responsabilità sociale di Adriano Olivetti e come per lui il design non fosse soltanto una cipria con cui cospargere il prodotto per vendere di più, ma piuttosto il metaforizzare la responsabilità continua verso l’ambiente, verso la gente, verso il destino del prodotto nella società. Profonda è l’eredità lasciata da Olivetti: non a caso, il Padiglione Italia della tredicesima Biennale di Architettura veneziana inizia il suo percorso espositivo con il ricordo del lavoro dell’imprenditore di Ivrea.

Servizio fotografico : Italia, 1968 / Paolo Monti, BEIC, Wikimedia Commons

Italy: the new domestic landscape

Nel fondo CSAC è conservato anche il progetto “Micro Environment”, presentato in occasione della mostra Italy: the new domestic landscape curata da Emilio Ambasz al MoMA di New York nel 1972, che segnò il lancio del design italiano nel mondo, puntando i riflettori su una nuova generazione di progettisti. Dal materiale d’archivio emergono lucidi, schizzi, sezioni, e appunti di elementi progettuali stilati su carta. Allora Sottsass faceva parte del movimento Antidesign, creato da Joe Colombo nella seconda parte degli anni '60, che mirava a protestare contro la società dei consumi disegnando oggetti che non potevano essere utilizzati nella vita reale. Nell’ambiente provocatorio disegnato da Sottsass le funzioni tipiche dell’abitare erano tutte contenute all’interno di armadi di plastica grigia, tutti uguali tra loro, che potevano essere spostati facilmente su ruote. Il concetto base del progetto era la possibilità di eliminare ogni vincolo e rigidità per poter trasformare continuamente la casa a proprio piacimento basandosi sulle necessità minimali dell’individuo3.

In questo modo Sottsass cerca di annullare la distinzione – tipicamente funzionalista – della casa in stanze distinte in base all’uso che se ne fa. In altre parole, mentre fino ad allora la scena della commedia domestica era fissa (come nel teatro greco), ora potrà cambiare facilmente, modificare forse anche la materia stessa del dramma4.

Nel catalogo della mostra newyorkese Ettore Sottsass scrive:

These pieces of furniture, in fact, representa series of ideas, and not a series of products to be put onthe market this evening or tomorrow morning5.

Per Sottsass dunque è importante chiarire che lo scopo del progetto non era realizzare un prodotto, ma affermare un’idea esplicitata brevemente in questa intervista.

Vestiti e svestiti, cioè tutti sono vestiti

Lo stesso anno della mostra al MoMA, Sottsass progetta Vestiti e Svestiti, cioè tutti sono vestiti, composto da 36 tavole in bianco e nero pubblicate su un numero della rivista “IN – Argomenti e immagini di design”, curato da Gillo Dorfles e dedicato al concetto di moda6. Il lavoro conservato presso l’archivio è composto dall’intero menabò che viene appunto successivamente pubblicato nella rivista.

Nel testo Preferenza ma non migliorabilità della moda, Dorfles presenta il numero e i contributi dei vari designer, affermando che la moda non riguarda solo l’Haute Couture e il Prêt-à-Porter

ma è quella che s’infiltra nel mobili, nella case, nei gusti artistisci e an-artistici. Fino a diventare la vera padrona persino delle nostre ideologie: politiche economiche sociologiche linguististiche.

Per definire il contributo di Sottsass, Dorfles parla di “mitologie morali”7, e su questo presupposto di dipanano tutte le illustrazioni dell’architetto: c’è Donna vestita con falso vestito; Uomo di razza nera vestito di nero; Donna tutta vestita meno l’anima; Uomo vestito di paura; Uomo vestito di solitudine; Uomo vestito di alibi e Uomo vestito da generale.

Gli anni Ottanta

Negli anni Ottanta, Sottsass ha una intensa attività soprattutto legata al gruppo Memphis, nato dalla collaborazione con altri progettisti, come Hans Hollein, Arata Isozaki, Andrea Branzi e Michele de Lucchi. Lo scopo del gruppo è donare agli oggetti – assurdi e monumentali – uno spessore simbolico, emotivo e rituale. Il principio alla base è l'emozione prima della funzione.

Sempre negli stessi anni fonda Ettore Sottsass Associati, di cui fanno parte Aldo Cibic, Matteo Thun, Marco Zanini e Marco Marabelli. Oggetti simbolo di questi anni sono la libreria “Carlton” (1981), il mobile “Cargo” (1979) e il tavolo “Tatar” (1985). CSAC conserva un buon nucleo di progetti dello Studio Sottsass Associati, circa 30.676 opere tra disegni, materiali progettuali, materiali di documentazione relativa ai progetti, plastici e modelli (1980-89). Una seconda parte del fondo, in fase di schedatura, consta di 43 casse e scatole di disegni, fotografie, copie eliografiche, stampati e 21 plastici in legno plastica plexiglass e polistirolo relativi ai più importanti lavori realizzati dal 1985 tra cui il Concorso per Il Ponte della Accademia a Venezia, Casa Wolfe in Colorado (1987), Casa Bischofberger a Zurigo (1991), gli Uffici Elt a Mosca (2002). Completano il fondo 11 scatole di riviste.  In questi anni, tra i committenti dei progetti figurano ERG Petroli, Alessi, Ansaldo, Knoll, Cassina, Esprit, Fiorucci, Zanotta, Phillips, Olivetti, Apple Computer, Zumtobel.

"The Carlton Cabinet - Designed by Ettore Sottsass 1981.jpg" by Mario Seekr
  1. Rai Cultura, Adriano Olivetti e Ettore Sottsass. L'industria come modello etico.

  2. Atlas of Interiors. Ettore Sottsass Jr, Environment section from “The New Domestic Landscape”, New York, USA, 1972.

  3. Domus Web, Ettore Sottsass Jr.

  4. Ettore Sottsass Jr, in Italy: the new domestic landscape (a cura di Emilio Ambaz).

  5. In, Argomenti e immagini di design n. 8 novembre-dicembre 1972, Moda e Società