Krizia

Il fondo di Krizia (Maria Mandelli, 1925-2015)1, comprende circa 25509 disegni (prima donazione) cui si aggiungono 14597 disegni (seconda acquisizione), per un arco cronologico dal 1967-1982 al 1983-2000. Sono conservati figurini, schizzi, tecnica mista su carta e cartoncino, fotocopie e campioni di tessuto applicati su disegni.

Due dati appaiono chiaramente ad una prima analisi del fondo: in primis il rapporto con un copioso numero di disegnatori tra cui anche Walter Albini, che inizia proprio con Krizia la sua avventura nel mondo della moda, Karl Lagerfeld, Roberto Capucci, Alberto Lattuada, Chino Bert e Pino Lancetti che disegnano per il marchio proprio agli albori. Come scrive infatti Gloria Bianchino:

Krizia […] infatti non progetta personalmente ma ha un gruppo di disegnatori che lavora in esclusiva per lei. […] Tuttavia […] è possibile in Krizia riscontrare sempre una sintesi di stile unitaria che in pratica incanala le scelte di vari disegnatori2

A questo proposito si rimanda al video.

I disegnatori di Krizia, realizzato attraverso il materiale conservato a CSAC ed esposto nella mostra Superarchivio, fatta nel 2019 a Torino in occasione Archivissima3.

I disegnatori di Krizia; a cura di Paola Pagliari e Valentina Rossi, CSAC. Superachivi, Archivissima, 2019

Il legame con l'arte

Il secondo dato è inerente allo stretto rapporto creato da Krizia con il mondo dell’arte, se volessimo difatti sintetizzare brevemente i modelli di riferimento potremmo dire che il bacino a cui attinge la stilista è veramente sfaccettato: dal Signor Bonaventura, al condottiero mongolo Gengis Khan, ai quadri di Tamara Lempicka, ai dipinti futuristi, al movimento Punk, fino ad importanti artisti come Mario Schifano, Vassily Kandinsky, Piet Mondrian e Sonia Delaunay4.

In questa prospettiva sono difatti leggibili alcuni figurini in mostra nati da due linee: la "Linea Metropolitana” e “Onda su Onda”, dove il rimando principale è però l’architettura, per la prima linea il Chrysler Building di New York - progettato 1927, solo due anni dopo la nascita di Mandelli, da William Van Alen - per la seconda invece il Guggenheim Museum di Frank Lloyd Wright fondato dieci anni dopo.

Chrysler Building

Dalla prima linea emergono due disegni dedicati al Chrysler Building: nel primo modello Krizia ha disegnato sinteticamente due guglie per ogni spalla e altre due sul busto (fig.1), mentre nel figurino seguente le guglie sulle spalle raddoppiano e sul petto rimane sempre la stessa impostazione (fig.2)5.

Solo sul secondo disegno è applicato un pezzo di tessuto dorato che si ricollega all’utilizzo di Krizia per il colore oro, questa caratteristica legata alla tonalità cromatica è analizzata anche da Isa Tutino Vercelloni nel volume dedicato alla stilista in occasione della mostra personale al Palazzo della Triennale di Milano del 19956.

Il secondo modello ha quindi una ossatura più robusta, ma in realtà viene prodotto solo il primo modello, un vestito che oggi è conservato al LACMA, Los Angeles County Museum of Art, di Los Angeles. Il materiale scelto per la realizzazione della tuta è il lurex, ovviamente plissettato - come Krizia amava fare dalla collezione autunno inverno del 1978-79 - per conferire alle creazioni quasi un effetto stagnola. Nel catalogo Contro Moda, La moda contemporanea della collezione permanente del Los Angeles County Museum, a cura di Kaye Durland Spilker, Sharon Sadako Takeda, si tratta di questo abito in relazione alla figura di Mariano Fortuny e al suo abito Delphos, realizzato attraverso il procedimento della pieghettatura da lui stesso brevettato nel 1909, e allo stilista Issey Miyake che riprende questa pratica e la ripropone in abiti e accessori.

Guggenheim Museum

Nel caso di Kriza, questo particolare tessuto, grazie alla pieghettatura e al colore argento brillante, è utilizzato per evocare la cuspide in acciaio inossidabile del grattacielo. Gli elementi architettonici del Chrysler Building sono quindi traslati in forma di abito, l’esito è comunque ben lontano dalla nota performance del 1931 per il ballo annuale degli architetti di Beaux-Arts che ha visto Van Alen indossare il modellino della propria architettura. I modelli ispirati al Guggenheim Museum hanno come leitmotiv una spirale sul petto che chiaramente rievoca i disegni di Frank Lloyd Wright. Nel figurino K42 il motivo della spirale wrightiana è trattato singolarmente solo sul petto, l’abito è un tubino attillato e arriva ad altezza ginocchia, K45 è invece una tuta lunga sempre con un’unica spirale centrale, mentre dal figurino K44 emerge la complessità modellistica e sartoriale e si gioca sulla lunghezza dell’abito lungo. Solo nei modelli K45 e K44 è incollato un pezzo di stoffa nera che sembrerebbe lino, ma con fibre sintetiche in modo da permettere la struttura solida e robusta del modello7.

Parma Moda Media Storia

Gli altri figurini presenti in mostra stanno a testimoniare l’evoluzione dei disegnatori e nello stesso tempo la costante di alcuni elementi emblematici per Krizia, come ad esempio l’utilizzo del plissettato del figurino K4, mentre dagli altri due disegni, K17 e K.55, emergono le linee bombate degli anni Ottanta, decennio centrale per la crescita del marchio Krizia. In tutti i figurini selezionati sono stati applicati degli inserti di stoffa a testimonianza del rinnovato processo produttivo, di stretta relazione tra stilista e aziende, di cui Milano si fa apripista proprio negli anni Settanta, per poi esplodere nel corso del decennio successivo. Questa stretta relazione tra arte e moda viene indagata anche da Arturo Carlo Quintavalle in occasione del convegno realizzato a Parma Moda Media Storia. Incontri di lavoro. Parma 3/4 novembre del 19848, il professore, scrive che la dipendenza tra Krizia e l’arte è volutamente citazionistica, non si vuole semplicemente riprendere un modello di un abito di Balla e ristrutturarlo, ma

si intende applicare alle tradizionali linee di un moderno abito da usare nei nuclei urbani del lavoro l’immagine di un mondo, quello delle gallerie d’arte, che consente uno dei poli del consenso di elitè nelle nostre città d’Occidente9.

Lo spazio K

Il rapporto con il mondo della cultura si consolida con la nascita dello Spazio K, che nel corso degli anni Ottanta diventa un propulsore di eventi, ospitando non solo le sfilate di Krizia ma un numero considerevole di momenti di condivisione artistica che hanno visto anche la prestigiosa collaborazione di personaggi illustri come Ettore Sottsass Jr., Dario Fo, Bořek Šípek, Isabel Allende, Susan Sontag, Jean Baudrillard, David Leavitt, Sting, Ingo Maurer e Catherine Dunne10. Il contesto milanese è centrale per l’operato di Krizia e in certi versi modifica, e amplia, anche il lavoro della stilista che tende ad avvicinarsi sempre di più al design11. Negli anni Krizia infatti disegna cucine e presenta anche linee di accessori, profumi e arredamento per la casa, oggetti carichi degli motivi tipici di tutto l’universo di Krizia, un cosmo di prodotti eterogenei per la casa e la persona che permettono di circoscrivere la figura di Krizia a quella dell’imprenditrice, infatti questa modalità di produzione riafferma sempre di più il concetto di industria, questa caratteristica ha da sempre contraddistinto la figura di Mandelli fin dai suoi esordi. A questo proposito Simona Segre Reinach parla di questo particolare connubio della Milano dell’imprenditoria affermando:

Milano è parte di una miscela culturale che produce gli stilisti - imprenditori: un’autentica novità nella storia della moda e caposaldo del Made in Italy (Giacomoni 1984)12.

  1. Un dato emerso dall’archivio CSAC è la data di nascita esatta di Krizia, infatti dall’Atto Notarile della Donazione del 19.3.1984 si legge che Krizia, Mandelli Maria Giuseppina (detta Mariuccia) è nata il 31 gennaio del 1925.

  2. Gloria Bianchino, in Bianchino, Gloria (a cura di) Italian Fashion Designing. 1945–1980. Catalogo della mostra, Parma, Salone delle Scuderie in Pilotta; Parma 1987, Università di Parma, CSAC, Quaderni 69, Parma, 1987. p. 48-49.

  3. Il video è stato curato da Paola Pagliari (CSAC) e Valentina Rossi.

  4. “Una costante nel lavoro di Krizia, infatti, è il suo interesse per le moderne avanguardie che da anni utilizza come fonte concreta di ispirazione, per cui nelle sue creazioni omaggi a Schifano, o a Kandinsky, si alternano con citazioni di Mondrian e Sonia Delaunay”. Cfr. Bianchino, Italian Fashion Designing 48-9.

  5. Il modello ha la stessa dicitura, i disegni sono realizzati su due fogli attaccati insieme e solo sulla seconda pagina c’è il timbro con la data 1 feb 1983.

  6. Isa Tutino Vercelloni, Krizia. Una storia, catalogo della mostra, Palazzo della Triennale, Skira, Milano, 1995.

  7. Di questi figurini ne sono stati trovati quattro in archivio, tutti datati 23 agosto 1983.

  8. Il convegno Moda Media Storia. Incontri di lavoro. Viene fatto nel 1984, mentre gli atti del convegno sono stati pubblicati solo nel 1989. Partecipano numerosi protagonisti del mondo della moda e del design come ad esempio Moschino Franco, Missoni Tai, Missoni Rosita, Fontana Micol, Anceschi Giovanni, Bossaglia Rossana, Giordani Aragno Bonizza, Mucci Egidio e ovviamente Krizia.

  9. Arturo Carlo Quintavalle, Moda Media Storia. Incontri di lavoro. Parma 3/4 novembre 1984. CSAC, Parma: 1989. p.162.

  10. Lo Spazio K è stato riaperto nel 2017 sempre in via Manin 21 a Milano.

  11. Cfr. Bianchino, Italian Fashion Designing.

  12. Simona Segre Reinach, La moda. Un’introduzione, Bari: Roma, Editori Laterza, 2010, 82.